Quando pensiamo al meteo ci viene naturale credere che durante l’estate faccia sempre caldo e, ovviamente, che l’inverno sia sempre freddo. Negli ultimi anni, però, numerosi eventi climatici hanno messo in discussione ciò che si riteneva essere ovvio e le persone hanno iniziato a temere il meteo e le conseguenze dei suoi repentini cambiamenti.
Il meteo è, ormai, spesso imprevedibile e con i suoi stravolgimenti ha portato molte volte con sé numerosi danni sia per l’uomo che per la natura stessa, obbligandoci così a riflettere sull’impatto che ognuno di noi sta avendo nei confronti dell’ambiente; l’estate può, infatti, incendiare per giorni i boschi e l’inverno può divenire così caldo da impedire la formazione della neve sulle montagne.
Tutta colpa dei media?
Nel corso degli ultimi anni si è potuto constatare quanto la temperatura si sia alzata, soprattutto nei mesi più freddi, ma vi sono ancora alcune persone convinte che sia tutto frutto della esagerazione pubblica e, quindi, anche dei media. Ma se fosse tutto davvero pura fantasia o il risultato di un terrorismo psicologico di massa, come mai in Italia ad ottobre si è potuto fare un tuffo nel mare con le temperature d’inizio estate?
Per il belpaese, il 2023 è stato al secondo posto tra gli anni più caldi di sempre, segnando un’annata nera per l’agricoltura, ma non solo. Il caldo ha infatti avuto un impatto decisivo nell’innescare le tragiche alluvioni colpevoli della distruzione sia di paesi che di vite.
Il grave maltempo che ha sconvolto il Paese è, infatti, il risultato della siccità lampo che ha colpito tutta la nazione nei mesi estivi. La situazione creatasi in estate ha fatto sì che il terreno diventasse così arido e impermeabile che, con i primi cambi meteorologici, si è creato un devastante effetto a catena di disastri. In poche ore, le vite di numerose famiglie sono divenute un incubo; hanno perso la propria casa, i propri animali e oggetti di valore sentimentale. Il frutto di tante fatiche è stato inghiottito dall’acqua. Intere città sono state sommerse dal devastante impatto della pioggia e, tra fango e vittime, l’Emilia-Romagna ha vissuto una drammatica realtà, che purtroppo, si è andata ad aggiungere ai già 73 eventi estremi che la crisi climatica si è portata con sé da inizio 2023 solamente in Italia.
Non solo l’Emilia-Romagna, infatti, anche la Lombardia e la Sardegna sono state duramente colpite dalla crisi, e in tutto questo, moltissimi si sono domandati come mai la prevenzione di questi disastri sia stata così scarsa e perchè non si fosse potuto fare di più per evitare gli innumerevoli danni.
Secondo i dati dell’ISPRA, il 94% del territorio italiano è a rischio dissesto idrogeologico, e quindi, essendo a conoscenza di tali dati si penserebbe che il Paese sia ben preparato nei casi di pericolo riguardanti le piogge, ma così non è. I costi per la gestione delle emergenze superano, purtroppo, i soldi impiegati per la prevenzione che ammontano solamente ad un settimo del costo speso per la gestione delle crisi, e in tutto questo, il Governo Meloni ha anche scelto di dimezzare le cifre destinate al contrasto del dissesto idrogeologico.
Solamente in Toscana, il 2 novembre 2023, è piovuta in poche ore tutta l’acqua che avrebbe dovuto scaricarsi in un mese sul territorio, comportando numerosi disagi per la regione, e sicuramente, questo è un motivo di allarme per quanto riguarda la crisi climatica ma è anche un segnale che i mezzi impiegati nella prevenzione e nella tutela dei cittadini avrebbe bisogno di un miglioramento immediato. Una cosa che però potrebbe non risultare tanto ovvia è: come è che il riscaldamento globale sta dietro alle piogge torrenziali degli ultimi mesi?
Il riscaldamento globale è il maggior contribuente all’accumulo di umidità nell’atmosfera, infatti, causando un aumento notevole del rischio di precipitazioni intense, e se l’Italia continuerà a sfiorare le temperature da record del 2023 nei suoi mesi estivi, in futuro il Paese sarà sicuramente minacciato da altri danni meteorologici. La stretta correlazione tra alluvioni e crisi climatica sottolinea, infatti, l’importanza di affrontare questa emergenza attraverso azioni preventive e mitigate nel corso del tempo. Troviamo tra queste la gestione sostenibile delle risorse idriche con la protezione delle aree vulnerabili, una delle chiavi per un domani più consapevole ed uno stile di vita più sicuro.
Quando si pensa al futuro e ai danni che la crisi climatica comporterà, si tende a ragionare in termini ben distanti dal nostro presente, eppure, noi stiamo già vivendo l’emergenza come risultato dell’incoscienza di chi ha ignorato a lungo i segnali che il pianeta stava mandando molti anni fa: la crisi climatica è già in corso, e tante generazioni la vivranno per moltissimi anni. Questa emergenza richiede una responsabilità collettiva per plasmare un futuro migliore: ognuno di noi è partecipe del domani, e ognuno di noi può fare la differenza nel promuovere e sostenere le politiche ambientali e l’efficienza energetica in modo da poter godere di un ambiente più sano e sostenibile.