Senza ombra di dubbio i cambiamenti climatici hanno bisogno di essere subito arrestati. Si fa grande spazio infatti a una nuova preoccupazione: ovvero che il livello del mare potrebbe aumentare più di quanto sia previsto entro il 2100. Una delle cause principali è il classico effetto che il riscaldamento globale avrà sulle calotte polari.ancora oggi non si è proprio del tutto certi di questi impatti se siano molto rilevanti o meno. Questo è certamente sicuro – secondo uno studio pubblicato dal Grantham Institute – la crescita sarà superiore alla stima messa a punto dal panel di scienziati che hanno studiato il clima per conto delle Nazioni Unite, ovvero l’Ipcc (internal panel on climate change). La maggior parte dei ricercatori ha indicato un modo per rendere queste previsioni molto più attendibili: ovvero comprendendo meglio le dinamiche attinenti alle calotte polari, con attenzione sul modo in cui interagiscono con il riscaldamento degli oceani e su come si deteriorano.
Come avviene l’innalzamento del livello del mare?
Tendenzialmente l’altezza del livello del mare non è mai stati costante nel tempo, ma tende sempre a variare su scala globale in funzione dell’aumentare o del diminuire del volume di acqua disponibile negli oceani. Detto in parole semplici e comprensibili, una temperatura media terrestre va a corrispondere a una concentrazione del volume degli oceani e di conseguenza di quello dei ghiacci. Di solito nei periodi con temperature medie più alte – denominate fasi interglaciali – una parte della calotta glaciale tende a fondersi originando un conseguente aumento dei volumi d’acqua disponibili.
Cosa accadrà al livello del mare?
Sulla base di alcuni modelli attuali e sugli effetti del riscaldamento delle calotte glaciali, il rapporto dice che l’innalzamento del mare del mare potrebbe essere compreso tra 0.61 e 1.10 metri al di sopra dei livelli del 1950, in più ci sarà un aumento della temperatura di ben 4 gradi. A raccontarcelo c’è anche il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.
Dalle analisi effettuate sui modelli di studio delle calotte glaciali non includono troppi dettagli sui processi più importanti che potrebbero condurre ad una perdita massiccia di ghiaccio in caso ci sia un forte riscaldamento. Tutto ciò sta a significare soltanto una semplice cosa, ovvero: l’innalzamento del livello del mare è molto più facile che sia sopra di quanto indicato dall Ipcc.
Martin Siegert affermò che le emissioni dei gas serra sono ancora tutt’oggi in aumento, ed entro il 2100 c’è una forte possibilità che la temperatura dell’acqua aumento di oltre 4 gradi centigradi. Martin sottolinea il fatto che il pianeta non è assolutamente preparato ad affrontare livelli del mare così alti in così poco tempo ed è di vitale importanza fare di più per poter eliminare questo pericolo per il bene del mondo intero.
Prevedere l’aumento della temperatura delle calotte glaciali è un in modo molto più difficile, rende le previsioni davvero molto più complicate, a differenza invece dell prevedere l’innalzamento del mare che è dovuto alla cosiddetta espansione termica e viene previsto con degli strumenti un pò più semplici che vanno ad intrecciare la temperatura e l’espansione.
John Englander ha osservato che il livello del mare è una delle quetsioni più importanti che ci porteremo per i prossimi almeno dieci anni. Englander sottolinea il fatto che non si può più restare a guardare in modo passivo questo fenomeno, e continuare ad aspettare misure più attendibili ci sta solo facendo perdere tempo senza provvedere a prendere misure di sicurezza restie.
Studiando e osservando i comportamenti che si sono avvenuti negli anni passati, alla fine dell’ultima era glaciale, le calotte polari hanno perso molto velocemente la propria massa, a una velocità di gran lunga più elevata di quella osservata attualmente. Questo è uno dei motivi per cui alcune delle proiezioni oggigiorno sull’innalzamento dei mari vengono reputate sottostimate. Proprio per questo motivo i ricercatori insistono nel chiedere sempre di più di migliorare modelli e previsioni, cercando di identificare aree chiave, come per esempio una mappatura del terreno sotto i ghiacciai e sotto soprattutto le calotte glaciali, la raccolta di dati ai margini di dove i ghiacciai incontrano l’oceano e l’accoppiamento dei modelli tra atmosfera, oceani e calotte.
Questi sono dei miglioramenti che senza ombra di dubbio porteranno a un “sistema di emergenza molto più precoce.” Siegert afferma che tramite i satelliti e le piattaforme aeree si è già ad un buon punto evolutivo. L’evoluzione e la conoscenza è diventata molto forte ma per le debolezze ai confini delle calotte polari è richiesta un’azione urgente. C’è l’estremo bisogno di dover creare dispositivi robotici in Antartide e in Groenlandia.