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Finalmente un team internazionale di ricercatori svela i processi di formazione di minerali idrati su Marte studiando i ghiacci dell’antartide. L’idratazione minerale fondamentalmente è una reazione chimica del tutto inorganica dove avviene aggiunta l’acqua alla struttura cristallina di un determinato tipo di minerale, creando così uno nuovo tipo che di solito prende il nome di idrato. In termini geologici invece, il processo di idratazione del minerale è molto conosciuto con il famosissimo nome di metasomatismo, ed è essenzialmente un vero e proprio processo che si verifica solo nel metamorfismo retrogrado. L’idratazione minerale inoltre accade nella regolite attraverso una conversione dei minerali silicati trasformandoli in minerali argillosi.
Sono disponibili due modi essenzialmente per ottenere i idrati minerali: il primo è quello che consiste nel convertire un ossido in un doppio idrossido, come nell’idratazione dell’ossido di calcio in idrossido di calcio. L’altro invece è quello di incorporare le molecole di acqua nella sua struttura cristallina che ha minerale, come avviene durante l’idratazione dei feldspati in minerali argillosi. Possiamo prendere come esempio cardine, delle strutture minerali come la montmorillonite, che sono capaci di includere quantità di acqua che può variare senza alcun tipo di mutamento significativo della sua struttura minerale.

Gli idrati minerali arrivano su Marte

Arriva dalle grandi profondità dei ghiacciai dell’Antartide la risposta ad uno dei quesiti che è stato per anni un vero rompicapo per gli scienziati: la presenza di acqua sul Pianeta Rosso – ovvero Marte -. Una ricerca internazionale condotta da molteplici ricercatori multinazionali, tutti uniti in un unico scopo tra Italiani, USA, UK e Hong Kong e guidata dal gruppo di Glaciologia dell’Università di Milano-Bicocca (Giovanni Baccolo, Barbara Delmonte, Valter Maggi) è stato in grado di poter identificare per la prima ed unica volta, la formazione dei minerale di jarosite nei ghiacciai Antartici. Il risultato che ne evince, prova a dar conferma di un’ipotesi dei sedimenti ricchi do jarosite trovati proprio sulla superficie di marte dal Opportunity della NASA. In sostanza sono legati alla presenza di grandi calotte di ghiaccio che sono state in grado di ricoprire praticamente una parte del pianeta rosso nella storia geologia passata. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista “Nature Communications” (“Jarosite formation in deep Antarctic ice provides a window into acidic, water-limited weathering on Mars”).

La scoperta di estesi depositi di jarosite su Marte fu a suo tempo un traguardo scientifico fondamentale dato che la formazione di questo minerale richiede estremamente la presenza di acqua liquida; tuttavia, non era ancora del tutto chiaro come questi depositi si fossero creati. Una tra le tante spiegazioni che si possono trovare, che siano coerenti con le dimensioni e le caratteristiche di questi depositi considera la presenza sul pianeta Marte, di antiche calotte glaciali di dimensioni davvero considerevoli, ricche di polveri, in diverse regioni del pianeta. La suddetta ipotesi è riuscita a trovare conferma certa grazie ad un semplice studio fatto al laboratorio di Glaciologia EUROCOLD LAB con sede all’Università di Milano-Bicocca, il sincrotrone Diamond light Source (UK), ovvero l’istituto nazionale di Fisica Nucleare, L’università di Roma Tre e anche l?università di Hong Kong. Attraverso l’applicazione unità di diverse tecniche analitiche di ultima generazione come la spettroscopia di assorbimento di raggi-x, fluorescenza a raggi-x e la microscopia elettronica a scansione e trasmissione, è stata studiata la formazione dei cristalli di jarosite nella parte più profonda della carota di ghiaccio perforata nel sito di Talos Dome (Antartide Orientale). Questa perforazione, condotta dal professore Massimo Frezzotti del dipartimento di SCienze dell?università Roma tre, è riuscito a raggiungere una profondità nel ghiaccio di oltre circa 1600 m che conduce ad un intervallo tempo di almeno 300mila anni. Il ghiaccio è stato recuperato rispettivamente negli anni tra il 2004 e il 2007, proprio nell’ambito del progetto guidato dagli italiani TALDICE, finanziato dall’Unione Europea con il rispettivo supporto del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide.

Il processo di formazione di minerali idrati in parole povere

I ricercatori sono riusciti a dimostrare che il meccanismo è capace di spiegare la formazione della jarosite a Talos Dome tramite la trasformazione chimica e mineralogica delle polveri minerali intrappolate nel ghiaccio profondo, oltre 1000 metri di profondità dove la temperatura è di più o meno -10°C. A queste determinate condizioni l’acqua allo stato liquido che serve per far avvenire la precipitazione della jarosite si può trovare anche in forma di soluzioni acide concentrate, dove il proprio punto di congelamento è di gran lunga inferiore alla temperatura di congelamento dell’acqua pura.

Spiega Massimo Frezzotti che I campioni di ghiaccio della perforazione di TALDICE oltre a ricostruire il clima di addirittura degli ultimi 300 mila anni hanno permesso di poter ipotizzare le condizioni climatiche di Marte nel lontano passato.
Afferma invece Giovanni Baccolo che la scoperta è destinata a rivoluzionare l’interpretazione dell’origine dei diffusi depositi che contengono jarosite su Marte. Nonostante al giorno d’oggi sembrano scomparsi via, gli antichi ghiacciai marziani e il pulviscolo minerale sembrano intrappolati dentro di loro lasciando così una vera e propria traccia geologica evidente su tutto il pianeta Rosso, così da testimoniare le vicende climatiche avvenute in un passato un pò remoto.

global-warming

Una delle principali cause del riscaldamento globale è proprio l’attuale concentrazione di anidride carbonica nell’aria, a sua volta causata dalla liberazione di CO2 fossile. Infatti è dal Settecento che viene estratto dal suolo e bruciato in quantità crescenti il carbone, petrolio e gas. Il carbonio che tengono imprigionato da milioni di anni, nella combustione, si lega all’ossigeno trasformandosi in anidride carbonica. Così la concentrazione di questo gas nell’atmosfera è passata da 280 ppm dell’era preindustriale ai 417 ppm attuali, portando con sé ovviamente effetti disastrosi, perchè si tratta di un gas ad effetto serra. Se non si sa cosa sia l’effetto serra basta immaginare un ambiente completamente vetrato. l’involucro lascia passare il calore del sole, che è una radiazione ultravioletta – ma trattiene il calore emanato dagli oggetti della stanza – che è una radiazione infrarossa.Infatti uno dei risultati che si ottiene è quello che fin quando questi raggi colpiranno le suddette vetrate, la temperatura dell’ambiente tenderà sempre ad aumentare praticamente. Nell’atmosfera i gas serra hanno lo stesso e identico comportamento del vetro nella stanza, e grazie a questo sul nostro pianeta si è in grado di vivere. Se non accadesse questo, si è studiato che la temperatura media sul nostro pianeta sarebbe all’incirca -18C°. Ora però si inizia sentire un pò troppo caldo.

Tra i gas serra che più influiscono sul riscaldamento globale di origine antropica troviamo: l’anidride carbonica, il metano, l’ossido di azoto e i gas fluorurati.
Insomma, si può dire senza ombra di dubbio anche che le principali cause del riscaldamento globale sono l’uso dei combustibili fossili, la crescita del consumo di carne rossa, l’agricoltura industriale e convenzionale e infine la deforestazione. il tutto viene amplificato in modo parecchio marcato dalla crescita demografica. Ma la situazione è questa anche perchè è stato aggredito in modo davvero spaventoso il pianeta in tutti i modi possibili ed immaginabili, riducendo così in modo sensibile la sua resilienza. Abbattendo alberi e praticando un’agricoltura non sostenibile proviamo il suolo della sua capacità di mitigare il clima e favorire le precipitazioni, liberiamo nell’aria la CO2 contenuta nel terreno e negli alberi. Proprio per questo il cambiamento climatico è semplicemente uno specchio vero e proprio del nostro rapporto che abbiamo con la terra.

Ovviamente per chi non conoscesse le principali conseguenze del riscaldamento globale non si preoccupa minimamente del problema. Le conseguenze che porta con sé il riscaldamento globale sono lo scioglimento dei ghiacci, aumento del livello dei mari, acidificazione dei mari, desertificazione, eventi climatici estremi, diffusione di malattie tropicali, migrazione di animali e piante, danni economici, danni sociali. Insomma, il riscaldamento globale non è di certo un argomento da sottovalutare. Esso da come si può ben capire và a intaccare praticamente ogni aspetto della nostra amata terra.

Il 2020 sul podio del secondo posto come anno più caldo

Il 2020 sul podio si aggiudica il secondo posto come anno più caldo: l’ufficialità è arrivata dall’analisi fatta periodicamente pubblicata dalla NOAA statunitense. Il 2020 si classifica al secondo posto proprio dietro il 2016 con una temperatura della superficie terrestre e di quella oceanica a livello globale di 0,98°C sopra la media. Il 2020 si rivela solo di 0.02°C più freddo dell’anno record, il 2016.

A conferma del riscaldamento globale che è in corso, Il NOAA conferma che i sette anni più caldi mai registrati sul pianeta sono avvenuti tutti nel 2014 mentre i 10 anni più caldi sono avvenuti tutti dal 2005. L’area caratterizzata dal riscaldamento maggiore è stata quella dell’emisfero settentrionale che ha visto una temperatura media di 1,20°C superiore alla media del XX secolo. Infine, sempre secondo il NOAA, il 2020 è stato il 44° anno consecutivo con temperature terrestri e oceaniche, dunque globali, superiore alla media del XX secolo.

Altre analisi di altri istituti del calibro sempre mondiale, hanno classificato il 2020 al pari del 2016 come gli anni più caldi mai registrati (in effetti anche il NOAA denota una differenza di soli 0.02°C).
Nel 2020 l’estensione del ghiaccio del mare è al secondo posto per la più piccola mai registrata, dopo quella che è accaduta nel 2016 e le ulteriori 5 estensioni di ghiaccio più piccole si sono verificate tutte nel quinquennio 2016-2020.

La stessa NOAA parla anche di un record, per quanto concerne il 2020, dei cicloni tropicali globali con un totale di 103 tempeste nominate, numero che eguaglia il record che fu registrato nel 2018.
La temperatura globale per quanto riguarda il mare si è rivelata eccezionalmente calda: quella del 2020 si è rilevata la terza più alta mai registrata con 0,76° centigradi più alta della media del XX secolo, dopo i rispettivi anni del 2016 e 2019.
Per concludere, l’emisfero settentrionale ha registrato, nel corso del 2020, la quarta copertura nevosa più limitata nel periodo che va dal 1967 al 2020.

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Se la scienza è il tu tetto sotto cui ti ripari dalle false notizie, questa è la tua casa dove potrai riposare e fare sogni tranquilli! Cosi complicata e contorta, per molti la scienza è una vera e propria passione che accompagna un po’ tutta la vita. Non ci si può sottrarre ad essa, tutto intorno a noi è scienza. Dal mangiare al fare esperimenti pazzi nei laboratori. La scienza non è solo coronavirus. Internet è davvero una miniera d’oro dove si può avere accesso a qualsiasi tipo di informazioni, a qualsiasi ora, a qualsiasi età. Ma purtroppo le informazioni di attualità scientifica emesse da blog ministeriali sono pieni di tecnicismi incomprensibili. Ma qui arriviamo noi a risolvere il problema.

Filosofia della scienza

Beh la scienza è un mondo troppo grande per essere così presuntuosi da poter dire che si è a conoscenza di tutto, o addirittura che si è a conoscenza di essa stessa! Le cose mutano giorno dopo giorno, e bisogna sempre essere aggiornati. La scienza non si ferma mai! Purtroppo internet non offre molto a questa materia, anzi a queste materie. Si, perché l’ambito scientifico comprende una miriade di materie insieme e tra queste si possono trovare materie come: Biologia, chimica, fisica, matematica e informatica. E tantissime altre. In questo blog troverai tutta l’acqua che ti serve per dissetarti di informazioni scientifiche attendibili. L’obiettivo di questo blog è quello di portare articoli alla portata di tutti, in modo che chiunque possa capire di cosa si sta parlando.
Molti blog non tengono in considerazione il fatto che una persona possa cercare una cosa per semplice curiosità perché ha sentito il nome di un termine scientifico in tv, e non perché la persona in questione fa come professione il biologo o il chimico. Infatti nel web ci sono troppi articoli pieni di tecnicismi che solo una persona che è esperta nel campo è in grado di comprendere. Ma ad ogni problema c’è sempre una soluzione, e quindi arriviamo noi. Hai la possibilità di trovare in questo blog tutto ciò che ti serve senza andare altrove.

Le notizie scientifiche che troverai qui sono attuali e aggiornate sempre. Dato che le notizie scientifiche attuali vengono emesse da enti ministeriali, quindi, con un linguaggio abbastanza forbito e professionale, è davvero molto difficile comprenderle. Noi in questo blog riportiamo la notizia ufficiale ministeriale spiegandola con parole molto più semplici da capire. Troverai in ogni articolo il sito di riferimento dove potrai constatare con i tuoi occhi la fonte di riferimento. Non troverai mai articoli di bassa qualità oppure inventati, ma potrai avere solo ‘onore di comprendere ciò che i grandi scienziati comunicano apertamente ma lo comunicano solo nella “loro lingua”. Ogni aggiornamento di attualità scientifica verrà proposto in maniera molto semplificata proprio qui davanti a te su questo blog. Cerchiamo di portare quanta più informazione possibile anche a chi non ha avuto l’occasione di studiare materie scientifiche e quindi non ha le capacità di poterle apprende insieme ai suoi tecnicismi. Ti auguro una buona lettura!